Documentari

Geo&Geo di Rai 3 dedica puntata al territorio dei Campi Flegrei

I Campi Flegrei al centro di una puntata speciale di Geo&Geo, nota trasmissione di Rai Tre. Tutte le bellezze e la straordinaria ricchezza paesaggistica, storica e culturale dei comuni dell'area flegrea raccontate attraverso la voce narrante di Paolo Bonetti e lo chef bacolese Domenico Romano con diverse testimonianze. Un vero e proprio viaggio che parte da Pozzuoli e arriva fino a Cuma, attraversando Bacoli, Baia e il Lago Fusaro. Terra ardente, vulcanica, ma anche siti archeologici e tradizioni eno-gastronomiche: c'è di tutto, con chiusura in compagnia del compianto poeta di Cappella Michele Sovente.

I Campi Flegrei nella puntata di Geo&Geo di Rai 3

I Campi Flegrei esaminati ed esaltati da una puntata di Geo&Geo ricca di contenuti e di racconti a cura della voce narrante di Paolo Bonetti. Un documentario che mette in risalto la natura ardente dei territori dell'area flegrea, comprese le isole di Nisida, Procida e Ischia, a partire dalle citazioni di Virgilio e di altri cantori dell'antichità così come dalle guide e dalle descrizioni scritte negli anni Trenta del Novecento dall'archeologo Amedeo Maiuri.

Nel frattempo scorrono delle magnifiche immagini del mare che bagna la penisola flegrea, il promontorio di Miseno, quello di Nisida, il Castello di Ischia, il porto di Baia, i fusti delle cozze di Pozzuoli e Capo Miseno e tutti i paesaggi più belli che contraddistinguono le terre del mito. Domenico Romano, cuoco originario di Bacoli, è il testimone di questo percorso scelto dalla nota trasmissione di Rai Tre che va alla scoperta dei Campi Flegrei sotto tutti i punti di vista: dalla storia e quindi dall'archeologia ai paesaggi e la natura, dalla cultura all'enogastronomia, con il ripercorrere le tradizioni antiche e la riscoperta dei prodotti tipici.

Viaggio storico nei territori dei Campi Flegrei

Il percorso di Geo&Geo con il cuoco bacolese Domenico Romano parte dall'isola di Procida, in particolar modo dalla Chiesa di San Michele, restaurata proprio dal padre di Domenico, che sorge sui resti antichi di una catacombe romana. Da Procida si passa a Baia, al Castello Aragonese, costruito invece, probabilmente, sui resti di una villa appartenuta a Giulio Cesare.

All'interno del castello è stato allestito il Museo Archeologico dei Campi Flegrei con i ritrovamenti effettuati presso il Sacello degli Augustali di Miseno (si notano, nelle immagini, il frontone del sacello e le statue, tra cui il bronzo di Domiziano-Nerva a cavallo) oltre a quelli del Parco sommerso di Baia (si vedono le statue di Ulisse e Baios).

Dal Castello ci si sposta pochi chilometri più in là, alle Terme di Baia, l'antica città assiduamente frequentata dagli augustali e dai patrizi dell'impero romano per ozi e villeggiature. Qui si trova il Tempio di Mercurio, detto anche Tempio dell'eco, per la forma tonda e la qualità delle acque termali contenute all'interno. Il documentario si conclude con le immagini della Solfatara di Pozzuoli, dell'acropoli di Cuma con il tunnel della Sibilla Cumana e le parole di Michele Sovente, poeta contemporaneo nato e vissuto a Cappella, in Via Petrara, scomparso nel 2011.

Prodotti unici della tradizione eno-gastronomica dei Campi Flegrei

I Campi Flegrei sono ricchi di prodotti tipici, delle vere e proprie ricchezze culinarie contraddistinte dalla loro unicità perchè unico è il territorio in cui crescono. Sui terreni vulcanici di Via Bellavista, ad esempio, nella tenuta della famiglia Di Meo, si coltivano le viti della Falanghina dei Campi Flegrei e il Piedirosso, cosiddetto "Piede di Palumbo", entrambe "a piede franco". Si tratta di vitigni storici, con radici e fusto originari dei secoli scorsi e non innestati nel tempo a causa di un insetto parassita che, nell'Ottocento, importato accidentalmente dall'America Settentrionale, rovinò molti vigneti in Italia e in Europa.

Sono produzioni di vino più uniche che rare, così come unico è il sapore delle cozze prodotte dai fusti di Capo Miseno che si nutrono delle sostanze rilasciate dalla flora presente nelle acque del mare flegreo in cui è forte l'influenza della natura vulcanica. Cozze che se opportunamente controllate da centri di depurazione come l'IRSVEM di Baia, contengono importanti proprietà vitaminiche per il nostro organismo. Dalle cozze alla coltivazione delle ostriche, allevate inizialmente su tegole, secondo la tecnica d'avanguardia introdotta da Caio Sergio Orata nell'epoca romana, prima nel Lago di Lucrino e poi nel Lago Fusaro dove, a partire dall'Ottocento, sorge la Casina Vanvitelliana voluta da Ferdinando II di Borbone. Successivamente Sergio Orata sperimentò per le ostriche l'allevamento attraverso le camere d'aria con una tecnica utilizzata ancora oggi.

Geo&Geo. Campi Flegrei. (Andato in onda il 27/08/2010).

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