La Grotta della Dragonara, a Capo Miseno, ha un assuntore di custodia: si chiama Salvatore Greco ed è attorno alla sua figura, alle proprie funzioni, che l'agenzia ANSA ha realizzato un filmato della durata di poco più di tre minuti. Un approfondimento su uno dei tanti siti archeologici dei Campi Flegrei, in questo caso nella città di Bacoli, che per essere fruibili vengono assegnati ad assuntori di custodia, i quali ricevono un indennizzo di poche centinaia di euro l'anno in cambio della loro apertura (su richiesta) e manutenzione ordinaria.
Grotta della Dragonara, cos'è e qual'era la sua funzione
La Grotta della Dragonara è uno dei siti archeologici presenti a Bacoli, nei Campi Flegrei, in particolar modo a Capo Miseno. È una grande cisterna di epoca romana il cui nome è dovuto, probabilmente, al termine "Dragonaria" con cui gli antichi Romani indicavano il rumore frastornante che si udiva all'interno durante le piogge (la cisterna serviva proprio a raccogliere l'acqua piovana) quasi come fossero ululati di un dragone. A rivelare l'origine del nome è Salvatore Greco, assuntore di custodia del sito, intorno alla cui figura ruota tutto il fimato realizzato dall'agenzia ANSA.
Salvatore Greco, assuntore di custodia
Un video di poco più di tre minuti in cui il signor Salvatore Greco parla della sua storia, di come sia nato e cresciuto a Capo Miseno, in particolar modo nei pressi della grotta, e di come abbia ricevuto la nomina di assuntore di custodia. In cambio di un indennizzo annuo pari a circa 400 euro, l'anziano Salvatore provvede all'apertura ed alla manutenzione ordinaria del sito che fino al 1980 era una vera e propria discarica, con rifiuti di ogni genere, materiale di risulta e acqua della cisterna inquinata, tutti effetti dell'urbanizzazzione sfrenata della piccola frazione di Miseno. Perfino una scala presente all'interno della grotta è stata tagliata dal proprietario di un'abitazione collegata ad essa, poiché i gradini portavano dritti al bagno.