Chiese
Chiesa di Sant'Anna, Gesù e Maria

Chiesa di Sant'Anna, Gesù e Maria

La Chiesa di Sant’Anna è il luogo simbolo della religiosità della città di Bacoli, comune di 27mila abitanti dei Campi Flegrei. La parrocchia dedicata al culto di Anna, santa patrona di Bacoli, madre della Vergine Maria, è l’istituzione più antica della cittadina flegrea, persino più antica della sua municipalità. Il Comune di Bacoli, infatti, riceve autonomia amministrativa nel 1919, staccandosi da Pozzuoli, mentre la Chiesa di Sant’Anna ha oltre 300 anni di storia: la sua edificazione risale al 1696, mentre è nel 1700 che nasce ufficialmente la comunità parrocchiale. La Chiesa, con il suo campanile, è presente nel cuore del centro storico di Bacoli, tra Cento Camerelle e la Piscina Mirabile e rappresenta il fulcro del culto di S. Anna, l’amata patrona celebrata il 26 luglio di ogni anno.

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Parrocchia di Sant'Anna, Gesù e Maria. (Dicembre 2021)
  1. Descrizione
  2. Collocazione centrale
  3. Prima pietra 1691
  4. Caratteristiche architettoniche 1691-1906
  5. Interni: altari, statue e dipinti
  6. Incendio 1906 e ristrutturazione
  7. Post-incendio 1936
  8. Statua di Sant'Anna
  9. Visitare

La Chiesa di Sant’Anna, con il suo campanile, svetta sul paesaggio della città di Bacoli da oltre tre secoli. Col passare degli anni è divenuta il simbolo non solo del culto religioso bacolese, in onore della madre della Vergine Maria, ma simbolo anche di tutta la città di Bacoli, località di 27mila abitanti circa dei Campi Flegrei. Una chiesa ben visibile e ammirabile da diversi angoli del paese: dalle sponde del Lago Miseno al litorale di Miliscola, percorrendo Via Panoramica, di ritorno dal Comune di Monte di Procida, e percorrendo la discesa della cosiddetta via “scavezzacollo” (sullo stradario “Via Mozart”, ex “Via Cupa Salemme”).

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Parrocchia di Sant'Anna, Gesù e Maria. (Gennario 2022)

Una chiesa, quella intitolata a Sant’Anna, che rappresenta la più grande parrocchia del Comune di Bacoli nonché la sede della comunità religiosa bacolese la quale venera il culto ogni giorno dell’anno ma con particolare devozione il 26 Luglio (giorno, appunto, di Sant’Anna, stabilito da Papa Pio VII nel 1818 con l’enciclica “Paternae Charitati”) e nelle settimane successive, quelle della sentitissima festa patronale. Una festa che ha il suo culmine con la santa processione che attraversa tutte le vie più importanti della città (in passato toccava tutte le frazioni), con la statua della Santa, poggiata su una tavola di legno, e portata sulle spalle dai fedeli, riconoscibili per i colori giallo-verdi.

Il momento più commovente ed emozionante per il popolo di Bacoli è al termine della processione, quando, sulle note di un inno a lei dedicato, la statua viene fatta saltellare tre volte prima di fare rientro in chiesa. Trecento anni fa, invece, le processioni erano tre: una il 26 luglio, un’altra la prima domenica d’agosto ed una terza il giorno in cui si riponeva la statua nella nicchia dell’altare maggiore della chiesa. Oltre al Natale, la Santa Pasqua, il Corpus Domini e, appunto, Sant’Anna, venivano celebrate anche le festività di San Biagio e del Santissimo Rosario.

Chiesa al “centro del villaggio”

La Chiesa di Sant’Anna svetta sul promontorio della città di Bacoli. Per arrivarci si percorre l’omonima strada che collega il corso commerciale di Via Gaetano De Rosa e Via Ercole, cuore pulsante della cittadina, con i quartieri della parte alta di Bacoli, a detta di tutti il vero “centro storico”, ovvero Cento Camerelle, situato “aret' à chies” come si dice in gergo, Poggio e Pennata. Una strada pavimentata dagli antichi basoli dell’epoca romana, in cui, tra l’altro, è presente un monumento, un omaggio dei bacolesi alla sua santa patrona, il “Calvario di Sant’Anna”, una serie di raffigurazioni pittoriche posizionati in nicchie colorate.

Giunti ai piedi della chiesa, da cui, volgendo lo sguardo all’insù, si ammira il colore giallo della facciata, contornato di bianco, e si scorge l’aitante campanile, bisogna percorrere decine di gradini in salita, sempre di basoli scuri, prima di giungere al sagrato in marmo bianco di cui son ricoperte anche le balaustre e gli ulteriori tre gradini che portano all’ingresso della navata centrale. All’interno della Chiesa, attualmente, vi sono più di 600 ex voto, i caratteristici oggetti offerti in dono alla divinità dai credenti per una grazia ricevuta o in adempimento di una qualche promessa.

Nascita della parrocchia, una storia lunga 320 anni

La storia di questo maestoso edificio dedicato a Sant’Anna, Gesù e Maria di Bacoli (questo il nome completo della comunità parrocchiale ivi esistente), si divide in due fasi: dal 1696, anno della sua fondazione, al 1906, anno in cui un incendio la danneggiò fortemente, e poi dal 1907, successivamente alla sua ristrutturazione, fino ai giorni nostri.

Fino al 1696 l’allora borgata di Bacoli, facente parte dell’amministrazione di Pozzuoli (l’autonomia arriverà soltanto nel 1919), non aveva ancora una Chiesa dedicata alla santa patrona. Gli unici luoghi di culto erano due modeste cappelle: una in località Casevecchie, nei pressi dell’attuale struttura ricettiva di Villa Scalera, e l’altra a Miseno sotto il titolo di Santa Maria di Casaluce (da non confondere con l’attuale chiesetta di San Sosso).

Fu nel 1691, per volontà del vescovo puteolano Domenico Maria Marchese, che cominciarono i lavori per la Chiesa di Sant’Anna, interrotti nel 1692 per la sua morte e ripresi poi l’anno dopo grazie all’intercessione di Mons. Onofrio Montesoro di Castellaneta. La nuova chiesa andava formandosi sul promontorio di Cento Camerelle attorno a terreni in cui vi era il giallo delle ginestre e i giardini di limoni. L’edificio fu completato nel 1696 ma fu soltanto con la visita pastorale di Mons. Giuseppe De Falzes, della parrocchia di Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli, che il 13 febbraio del 1700, dinnanzi ad un notaio, si formò ufficialmente la nuova parrocchia della Chiesa di Sant’Anna, Gesù e Maria. Fu registrata, in quella data, la prima iscrizione di 64 cittadini, tutti sottoscrittori del rogito di 60 ducati cadauno e furono definiti i confini entro cui avrebbe operato la nuova attività parrocchiale, dal Lago d’Averno a Monte di Procida (compreso).

Il primo parroco reggente fu il puteolano Don Antonio Zanca, in qualità di economo curato, a cui seguì Don Domenico Cirillo (poi “Cerillo”), a cui è dedicata sia una strada della città che un omonimo Villa, di proprietà comunale. Ma fu con Don Francesco Sommella, parroco per 50 anni di Bacoli, che venne istituito il primo registro dei battesimi e matrimoni. Dal 1889 ad oggi si sono succeduti altri dieci parroci: Gennaro Carannante, Salvatore Mele, Giuseppe De Rosa, Giuseppe Della Ragione, Alfonso Lucci, Ciro Scotto di Vetta, Leonardo Carannante, Biagio Capuano, Enrico Palumbo e l’attuale Carmine Guida.

La Chiesa di Sant’Anna dal 1696 fino all’incendio del 1906

Dalla visita pastorale del 1700 di Mons. De Falzes si apprende una prima descrizione dell’edificio completato quattro anni prima. Una chiesa fabbricata a volta con due finestre, una al di sopra della porta d’ingresso e l’altra sulla cupola, due archi su ciascun lato in cui vi erano due cappelle, l’altare maggiore con pietra sacrata, l’effigie di Sant’Anna, un epitaffio in marmo, una pavimentazione ricoperta di pietra di travertino rustico ed il campanile. Dalle successive e periodiche visite pastorali dei vescovi di Pozzuoli, si apprendono altre caratteristiche della Chiesa. Un atrio di 28x35 metri con larghezza di 13, costruito a gradoni e una larghezza della facciata di 13 metri ed un’altezza di 17. Quest’ultima presentava un’ovata con il dipinto di Sant’Anna su rame, le porte erano tre e sul fronte di quella maggiore vi era l’iscrizione “Deo optimo maximo et divae annae titulari patronae necnon iesu et mariae paroeciale templum”.

La pianta interna è a croce latina con tre navate, una principale (lunga 28 metri e larga 7) e due laterali. Un campanile, con scala a chiocciola dell’altezza di 28 metri, con due campane. L’altare maggiore in marmo a cinque gradoni più altri tre altari dedicati, rispettivamente, al Sacro Cuore di Gesù, a San Raffaele e al Crocefisso, tutti e quattro in pietra sacra. Attigue alla chiesa si trovano la sacrestia e l’abitazione del parroco. In un piano sotterraneo vi è un piccolo cimitero, con un altare e delle nicchie, in cui avveniva la commemorazione dei defunti. I morti venivano interrati in località Punta Pennata, poi nel 1886 fu aperto al pubblico il cimitero di Cappella e nel 1909 fu inaugurata la chiesetta di San Giuseppe.

Gli interni della Chiesa: altari, cappelle, statue e dipinti

Entrando in Chiesa davanti agli occhi del visitatore si staglia la profondità della navata centrale, guardando a primo impatto l’altare maggiore, il tabernacolo e il tempietto contenente l’effigie della santa patrona in lontananza. Ma, inevitabilmente, lo sguardo cade anche lungo le navate laterali, in cui vi è un succedersi di nicchie, altari e cappellette e dove sono presenti, ancora oggi, 12 croci consacratorie di marmo salvatesi dall’incendio del 1906.

Lungo la navata di sinistra, rispetto all’ingresso in Chiesa, si trova una statua in gesso e cartapesta leccese raffigurante Santa Lucia, posta dentro una nicchia chiusa in vetro. Successivamente due altari in marmo policromo con due due dipinti sopraesposti, il primo raffigurante Sant’Antonio da Padova ed il secondo con la Madonna del Buon Consiglio, ed ancora, prima del pulpito, due nicchie chiuse da un vetro con al centro prima la statua di in cartapesta raffigurante il Sacro Cuore di Gesù e poi la Madonna del Rosario col Bambino Gesù. Sempre a sinistra si giunge ad una cappella, denominata del Santissimo Sacramento, in cui vi sono due altari in marmo policromo, uno del “Calvario” (o definito anche “della Passione”) e uno con la Madonna del Rosario posta tra i ritratti di San Domenico di Guzman, Santa Caterina da Siena e San Tommaso d’Aquino.

Sull’altra navata laterale, a destra di chi entra in Chiesa, vi sono, invece: una statua della Beata Vergine Maria di Lourdes, con parti del corpo in creta e dipinto in cartapesta, una nicchia con la statua in cartapesta leccese raffigurante San Giuseppe, un altare in marmo policromo con al centro, racchiuso in una nicchia, il martirio di San Sossio (patrono della frazione di Miseno), un crocefisso in legno, un altro altare marmoreo con un dipinto di San Massimo da Cuma (a cui è dedicata l’attuale chiesa di Licola) e altre due nicchie con all’interno due statue in legno, una di San Biagio e una della Maria Vergine Addolorata. Infine, sempre a destra, vi è una cappella denominata “dei pescatori” con un altare in marmo e soprastante un dipinto a cura di Ernesto Tatafiore, maestranza napoletana che visse e morì a Bacoli, raffigurante l’arcangelo San Raffaele.

Centralmente, nella parete di controfacciata, c’è il portale d’ingresso coronato da un raffinato fregio a rilievo in stucco bianco con due angeli musicanti. Sopra di esso l’organo della chiesa a trentuno canne mute, che ha preso il posto del primo organo inaugurato nel 1783.

L’incendio del 1906 e l’avvio della ristrutturazione

Nel 1906 Bacoli, che tredici anni diventerà comune autonomo, aveva altri 6 luoghi di culto oltre la Chiesa di Sant’Anna: la chiesa curata di Miseno sotto il titolo di Maria S.S. di Casaluce, l’antica parrocchia del presidio militare in cima al Castello di Baia, con la chiesa di S. Maria del Pilar (oggi aperta al pubblico soltanto la prima domenica del mese), la chiesa di Baia intitolata a Santa Maria del Riposo, l’oratorio della congregazione dell’Addolorata, una chiesa dedicata a San Giuseppe a Licola ed una piccola cappella presente nel parco vanvitelliano del Fusaro, adiacente la Sala dell’Ostrichina.

Il 1° Luglio 1906 un incendio di vaste dimensioni causato da un fulmine, nel bel mezzo di un violentissimo ciclone, danneggiò enormemente la Chiesa di S. Anna al punto da suggerire quasi la totale demolizione e riedificazione considerando anche il cedimento di una parte del campanile. L’incendio risparmiò la statua lignea di S. Anna, alcune tele ancor’oggi presenti all’interno come quelle del Rosario, del Calvario e di San Raffaele, due altari marmorei oltre a vari oggetti sacri tra cui un pulpito, una nicchia dorata ed un fonte battesimale.

Tra gli abitanti bacolesi vi fu una mobilitazione generale per aiutare Don Salvatore Mele a ricostruire la Chiesa, la cui prima pietra fu immessa il 14 luglio 1907, alla presenza del vescovo di Pozzuoli Mons. Michele Zezza, con la direzione dei lavori affidata all’ingegnere Armando Francesconi e la ditta appaltatrice di Roberto Scotto di Tella. Ancor prima dell’avvio dei lavori la parrocchia si era attivata autonomamente con la costituzione di una prima Associazione per la riedificazione della chiesa, con tanto di quota settimanale da dieci centesimi di lire. I lavori rallentarono con l’avvento della prima Guerra Mondiale che sottrasse tempo e manodopera a causa di tanti bacolesi chiamati alla leva militare. A dare un ultimo e decisivo impulso ai lavori fu l’avvento delle suore dell’Immacolata Concezione d’Ivrea, che dal 1924 ressero un asilo infantile presso il Pio Monte della Misericordia, anche grazie alla donazione del Dott. Luigi Illiano, e l’intraprendenza di don Giuseppe De Rosa.

La nuova Chiesa di Sant’Anna post-incendio

La Chiesa fu definitivamente completata nel 1936 con pavimenti e decorazioni. Confermata la precedente struttura a tre navate, una centrale e due laterali, delimitate tra loro da due file di colonne da otto ciascuna. Le colonne sono parzialmente in marmo bianco di Carrara con scanalature e capitelli in stile ionico. Il soffitto della navata principale ha una copertura piana decorata con cassettoni ottagonali, mentre i soffitti delle navate laterali presentano cassettoni quadrangolari. Il campanile, parzialmente recuperato, è a cuspide e presenta all’ultimo livello fornici del tipo a “serliana” e una lanterna coperta da una guglia leggermente bombata, rivestita da lastre di rame. Elementi di novità e migliorie sono rappresentati da una dozzina di nuove vetrate decorate, in sostituzione delle precedenti, con sacre figure.

All’interno del tempietto che ospita la statua di Sant’Anna, vi è un mosaico dai tenui colori capace di creare un gioco di luci tale da fare un bel colpo d’occhio. Di installazione più recente sono un portale di bronzo patinato di un verde tenue, raffigurante tutta la storia della Salvezza, comprese le vite di Anna e Gioacchino (realizzato da un architetto locale, Gabriele Illiano), e un nuovo impianto di protezione contro le scariche elettriche atmosferiche per il campanile e le nuove otto campane, in prima lega di bronzo con relativa automazione, che sono state aggiunte alle due preesistenti. Tutte e dieci hanno un nome che richiama la cristianità: al “campanone grande” e “l’aurora” si sono quindi aggiunte “gioia”, “speranza”, “misericordia”, “fede”, “amore”, “luce”, “umiltà” e “fedeltà”, ognuna patrocinata da cittadini benefattori.

La statua lignea di Sant’Anna

La statua lignea di Sant’Anna, santa patrona della città di Bacoli, rappresenta il fulcro non solo del culto della madre della Vergine Maria ma dell’intera vita religiosa della comunità parrocchiale bacolese. E’ a lei che i fedeli di Bacoli affidano le loro preghiere, rivolgendo ad essa lo sguardo. E’ lei la statua raffigurante la santa patrona che portano in giro per la città, in processione, adagiata su una base di legno, che poi fanno sobbalzare tre volte prima di rientrare in Chiesa. E’ lei l’elemento attorno al quale ruota l’intera Chiesa di Bacoli.

Si tratta di una statua in legno del Settecento, attribuita a Giacomo Colombo di Giovambattista, e restaurata nel 1994-95 dai fratelli Bruno e Mario Tatafiore, nipoti di Ernesto Tatafiore, un maestro napoletano trapiantato a Bacoli in cui visse fino alla morte (nel 1934). Sant’Anna è raffigurata con il capo coperto da un lungo abito di colore verde con stelle dorate e con un manto giallo dorato che scende dalla spalla destra avvolgendo l’intera figura fino al fianco sinistro. Volto ieratico, sguardo rivolto verso l’alto, mani conserte e capelli raccolti dietro la nuca sovrastata da un nimbo dorato. Sul petto della Santa un reliquario d’argento al cui interno vi sarebbe una presunta parte del corpo. Si può notare, inoltre, che la mano sinistra è rivolta verso la platea dei fedeli mentre quella destra è rivolta verso la Vergine Maria bambina che ha di fianco.

Come raggiungere e come visitare

La Chiesa di Sant’Anna è aperta sempre dalle 7.30 alle 12.30 e dalle 16 alle 20.00 circa. Non c’è titolo di ingresso per le visite guidate e non è possibile effettuarle durante le sante messe. Le messe ci sono, di norma, tutti i giorni dalle 7.30 alle 8.00 circa e dalle 16.30 alle 18 circa. La Domenica ci sono messe alle 7.30-10-11.30-18.

Con autovettura, dall’uscita della Tangenziale o della Strada Statale Domitiana, percorrere nell’ordine (in direzione Bacoli) prima Via Montenuovo Licola Patria e poi Via Miliscola. A seguire sempre dritto percorrendo Via Montegrillo, Via Lucullo, Via Castello e Via Risorgimento. Da Via Risorgimento imboccare Via Carannante sulla sinistra, percorrendo strada a senso unico che, oltrepassato l’incrocio con Via Gaetano De Rosa, al termine della salita, porta al bivio di Via Ambrogio Greco. Qui bisogna svoltare a sinistra e la Chiesa apparirà sulla destra dopo cento metri circa. Vista la scarsezza di posti auto è consigliabile parcheggiare l’autovettura nei parcheggi convenzionati situati all’inizio di Via Carannante.

Poi per il percorso a piedi, se si vuole evitare la salita ripida di Via Carannante, dopo aver parcheggiato l’auto, all’incrocio anziché proseguire dritto a salire si può svoltare a sinistra in Via Gaetano De Rosa, entrando nel centro storico di Bacoli, ed optare per la piccola traversa di Via Tacito, 40 metri sulla destra, oppure per la salita di Via Sant’Anna situata sulla destra al termine di Via De Rosa (200 metri).

Con i mezzi pubblici prendere la linea ferroviaria Cumana arrivando al capolinea di Torregaveta. Da qui prendere l’autobus Torregaveta-Baia-Fusaro scendendo ad una delle fermate di Bacoli, ad esempio a Via Risorgimento, e proseguire con il percorso pedonale illustrato sopra.

In caso di visita guidata, per ricevere maggiori informazioni sulla Chiesa, è consigliabile telefonare. È consigliabile un abbigliamento comodo sia per la ripidità delle strade cittadine sia per il numero di scalini che portano alla Chiesa, al cui interno, però, vi è una temperatura fresca. È consigliabile indossare scarpe comode sia per la pavimentazione in antichi basoli che caratterizza le strade di Bacoli, sia per i gradini della Chiesa. In caso di cerimonie, i parcheggi convenzionati di Via Carannante dispongono di servizi navetta. Per soggetti anziani, disabili e con difficoltà a deambulare, si consiglia di accompagnare sotto braccio a causa della ripidità delle scalinate della Chiesa. Di ritorno dalla Chiesa, è possibile passeggiare per le vie del centro storico di Bacoli, con i locali commerciali insistenti su Via Gaetano De Rosa e Via Ercole. Dov’è ubicata la Chiesa, nella parte alta di Bacoli, definita da tutti come il vero centro storico del Paese, si consiglia di visitare la Piscina Mirabile.

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