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Monte Cuma e Isolotto San Martino durante la seconda guerra mondiale

Delle due guerre mondiali del Novecento vi è traccia e testimonianza anche nei Campi Flegrei, in particolar modo a Bacoli con il Monte Cuma ed a Monte di Procida presso l'Isolotto San Martino. I tedeschi, alleati con l'Italia, si erano serviti dei cunicoli scavati nel monte di Cuma per tenere sotto controllo la costa e per evitare lo sbarco degli anglo-americani. All'isolotto di San Martino, invece, nelle acque che bagnano Monte di Procia e Torregaveta, si sperimentavano i siluri prodotti a Baia e trasportati attraverso un tunnel collegato poi con l'isolotto attraverso un piccolo ponte. Qui, come raccontato dalla trasmissione "La Grande Storia" su Rai Tre, arrivò anche il sottomarino più veloce e potente dell'epoca di cui poi si persero le tracce.

Monte Cuma e Isolotto San Martino siti strategici in tempi di guerra

Gli anni dei due conflitti mondiali sono stati vissuti intensamente anche nei Campi Flegrei. Tra Bacoli e Monte di Procida ci sono due siti che sono stati di interesse strategico per il genio militare italiano e gli allora alleati tedeschi. Uno è il Monte Cuma, l'altro è l'Isolotto San Martino. Ne parla una puntata de "La Grande Storia" di Rai Tre, trasmessa anche su Rai Storia, raccontata da Fabio Toncelli.

La montagna che sorvola Cuma, oggi frazione del Comune di Bacoli ma un tempo la principale colonia greca del Meditteraneo, presenta difatti una posizione strategica poichè da essa è possibile scrutare tutta la costa tirrenica per controllare il passaggio delle navi. L'area di Cuma era stata dichiarata monumento nazionale dai Borboni, ma nel 1940 subentrò il superiore interesse della sicurezza del Paese e, per questo motivo, il Genio militare italiano acconsentì l'utilizzo come bunker e autorizzò lo scavo di galleria e cunicoli collegati tra loro. Tali cunicoli, protetti da muri in calcestruzzo spessi dai 60 cm fino ad un metro, consentivano la difesa del territorio da parte dei tedeschi che temevano lo sbarco degli anglo-americani. In realtà il bunker del monte di Cuma era utile anche per proteggere l'isolotto di San Martino in cui venivano sperimentati i siluri prodotti a Baia.

Dal Silurificio di Baia al siluripedio di San Martino

A Baia c'era il silurificio in cui lavoravano 7 mila operai che producevano 160 siluri al mese. Tali siluri venivano condotti sull'isolotto di San Martino, attraverso un tunnel scavato sotto il livello del mare di Monte di Procida, località Cappella. Lo stabilimento dell'Isolotto San Martino fungeva da siluripedio, ovvero luogo in cui venivano collaudati i siluri prodotti a Baia ma a quel tempo, negli anni Quaranta, i tedeschi temevano le mire delle forze alleate per alcuni sommergibili in grado di raggiungere velocità di 20 nodi e senza la necessità di riemergere in superficie, riciclando i propri gas di scarico.

Dopo lo sbarco degli anglo-americani, nella notte tra l'8 e il 9 settembre 1943, data dell'armistizio, il battello con a bordo il sommergibile definito con la sigla SA3 lasciò l'isolotto di San Martino per dirigersi verso la base di Salerno senza però mai arrivarci. È molto probabile che sia naufragato in mare: inutili i tentativi degli americani di accaparrarsi dei progetti relativi all'innovativo motore del sottomarino.

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